Arturo Vidal c’è rimasto male. Si era segnato sul calendario questo 18 dicembre, data del Clásico contro il Madrid. Per lui era una specie di test di gradimento, per capire quanto conta realmente per Ernesto Valverde, che posto occupa nella classifica dei 6/7 centrocampisti della rosa blaugrana.
Niente tiri
E quello che è accaduto alla vigilia della super sfida ha “soddisfatto” (si fa per dire) la curiosità del centrocampista cileno, rendendo ancor più chiaro un concetto che in fondo negli ultimi tempi era comunque abbastanza palese. E martedì sera, quando gli hanno detto che no, non avrebbe giocato titolare col Madrid (ieri poi è entrato nella ripresa), se l’è presa parecchio. E invece di restare a fare i tiri nella sessione volontaria programmata alla fine dell’allenamento è rientrato negli spogliatoi. Mentre se ne andava Jordi Alba l’ha chiamato, invitandolo a restare come fa spesso: Arturo ha scosso il capo dicendo al compagno che non ne aveva voglia. Nessun ammutinamento, nessuna lite con Valverde, niente parole grosse o allenamento abbandonato. Solo delusione e conseguente nervosismo, e il Re Arturo non è tipo che interiorizza. L’episodio, raccontato da Espn e ignorato per l’intera giornata dalla stampa catalana, in Italia ha preso le fattezze di una palla di neve che si è ingrossata passando da sito in sito di ora in ora.
Diverse certezze
Ridimensionato il fatto, restano diverse certezze. Ad Antonio Conte farebbe parecchio piacere avere Vidal a gennaio, visto che le caratteristiche del cileno sono l’esatto identikit del centrocampista che il tecnico chiede per far fare il definitivo salto di qualità all’Inter nel tentativo di assalto alla Juve per lo scudetto. E viceversa: il cileno sa che all’Inter avrebbe uno spazio che al Barcellona al momento non ha. La classifica citata in precedenza dice che De Jong è intoccabile, Rakitic in clamorosa risalita (5 partite da titolare di fila dopo un lungo oblio), Busquets è sempre Busquets, Arthur è fuori solo perché infortunato altrimenti ha buone chance di essere titolare. E ieri a combattere per un posto a centrocampo è apparso pure Sergi Roberto, che da anni fa il terzino e ogni tanto torna nella sua vecchia posizione. Oggi dietro a Vidal per Valverde c’è solo il giovane Aleñá. Ecco, con tutto il rispetto, non la posizione che uno si aspetta per continuare a credere di essere parte importante del progetto blaugrana.
Servono soldi
Proseguiamo con le certezze. Il Barcellona ha bisogno di soldi: devono entrare 150 milioni di euro prima del 30 giugno. Per questo i catalani sono disposti a privarsi di Vidal, ma solo dietro al versamento di una cifra cospicua, che si può ipotizzare intorno ai 20-25 milioni di euro. Niente prestiti (soluzione molto gradita invece a Milano), se non con obbligo di acquisto a giugno. A complicare la cessione del Re Arturo può intervenire il prestito di Aleñá, promesso al Betis per gennaio. Se dovesse andar via il canterano sarebbe ovviamente più complicato veder allontanarsi dal Camp Nou anche il cileno. Però tra un prestito e una vendita al Barça preferiscono la seconda opzione. Ci sono dunque tante condizioni perché Arturo Vidal passi all’Inter all’inizio del 2020. Non per l’arrabbiatura di martedì, ma per motivi molto più seri e concreti.
(Gazzetta dello Sport)