Taribo West

Taribo West, ex giocatore dell’Inter dal 1997 al 1999, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport parlando del momento attuale dei nerazzurri, concentrandosi anche sull’acquisto di Moses. Questa l’intervista completa:

West, ha visto? Moses è arrivato a Milano.

«Ma non gioca nel Fener?».

No, l’ha appena preso l’Inter.

«Scherzavo! Ci è cascato, vero? (Se la ride, ndr). Anche da qui seguo la squadra quasi tutte le settimane. E do un’occhiata al mercato: il club sta costruendo una squadra forte. Moses serviva, potrà fare la differenza».

Cosa porterà?

«Esperienza e mentalità: ha indossato maglie pesanti e vinto al Chelsea, con Conte. L’ha voluto, non è un caso. Inoltre, a livello tecnico, non è l’ultimo arrivato: ha un buon piede, è veloce e segna. Il suo acquisto è una bella notizia per la Nigeria e il continente africano in generale».

Lo scudetto è possibile?

«Certo. E non lo dico semplicemente da tifoso, ci credo veramente. L’1-1 di Lecce è stato un incidente di percorso, la stagione rimane super. Peccato per la Champions, ma c’è l’Europa League: bisogna essere convinti di poter replicare la nostra vittoria a Parigi, nel ‘98».

In Serie A, la Juve è già a +4.

«E quindi? Non è imbattibile, rispetto al passato ha perso qualcosa. Il gap si è ridotto».

CR7, però, è determinante.

«Il miglior West avrebbe fermato lui e Messi! Scherzi a parte, Cristiano è un campione assoluto, ma il più forte che abbia mai visto su un campo di calcio resta il Fenomeno brasiliano».

Meglio Lukaku o Icardi?

«Mmm…», ci pensa. «Bella domanda. Forti entrambi, ma scelgo Romelu: calciatore internazionale, in carriera ha segnato una valanga di gol. Può essere decisivo per il titolo».

I suoi ricordi di Milano.

«Il periodo più bello, chi se lo dimentica… Voglio salutare i tifosi: alcuni non hanno digerito il mio passaggio al Milan, ma l’Inter è nel cuore. E poi ho conosciuto persone speciali».

Due, soprattutto.

«Moratti, uomo straordinario. Anzi, unico. E Simoni, al quale mando un grosso abbraccio. Forza mister, ti aspettiamo!».

A Lippi cosa vorrebbe dire?

«Nulla in particolare, voglio bene anche a lui».

C’è qualche rammarico?

«Non essere diventato campione d’Italia: se non fossero successe certe cose, forse nel ’98 avremmo vinto noi…».

Come procede la sua vita?

«Benissimo, sono felice. Voglio aiutare la gente in difficoltà e predico nel segno di Dio, in Nigeria e altri Paesi africani. Ogni giorno è meraviglioso. E mi piace pensarla così: The best is yet to come…».