Christian Eriksen

Alla fine sta andando tutto a dama: come riferisce la Gazzetta dello Sport, Christian Eriksen è stato escluso dalla lista dei diciotto giocatori del Tottenham scesi ieri in campo a Southampton, i tabloid inglesi che avevano parlato di un rilancio last minute da parte del Barcellona considerano ormai inevitabile il suo trasferimento all’Inter – domani le visite mediche – e anche Mourinho ha ufficializzato l’addio del danese.

Nelle parole del manager portoghese c’è un filo di amarezza e anche un’ultima frecciata sui modi con i quali è stata condotta l’operazione. A dirla tutta, se Mou non avesse il passato che si ritrova con l’Inter, il confronto dialettico sarebbe stato più aspro: «L’unica cosa che mi sento di dire – ha confessato il tecnico del Tottenham dopo l’1-1 di Southampton – è che una situazione del genere non dovrebbe verificarsi il 25 gennaio. Non è carino: Eriksen fin dal momento in cui sono arrivato si è comportato in modo molto professionale, con me e con la squadra. Il Tottenham è l’ultimo da biasimare per questa storia».

Mourinho è logicamente di parte e perdere un campione come il danese significa indebolirsi. È comprensibile la sua amarezza, ma proprio Mou sapeva, sin dal 20 novembre 2019, giorno del suo sbarco al Tottenham, che le speranze di un ripensamento di Eriksen erano pari allo zero. Il giocatore aveva rotto con il club al momento del rifiuto di prolungare il contratto.

Gli stipendi degli Spurs non sono paragonabili a quelli degli squadroni internazionali e le spese sostenute per ristrutturare lo stadio, un miliardo di euro, hanno costretto Daniel Levy a stringere ulteriormente la cinghia. Eriksen dopo 6 anni e mezzo ha deciso di affrontare una nuova avventura e di passare all’incasso: non può essere biasimato. Non può però essere biasimata neppure l’Inter: portare a casa per 20 milioni di euro un talento come il danese è una grande operazione. Il resto sono chiacchiere.