Antonio Conte

Dopo Young, Moses ed Eriksen (e potrebbe non essere finita qui), Antonio Conte non ha più alibi. Ha avuto ragione in questi mesi a lamentarsi: l’Inter non era completa e i giocatori in campo erano sempre gli stessi. Inevitabile un rallentamento a gennaio che, di solito, negli anni precedenti arrivava a dicembre.

Conte ha fatto un miracolo: con una rosa ristretta ha portato l’Inter a lottare per lo scudetto punto a punto con la Juventus super attrezzata. Non si può fare la guerra con le micette se gli altri hanno i cannoni e le bombe a mano. Marotta lo ha subito accontentato: l’operazione Eriksen, in rapporto qualità-prezzo, è straordinaria. In altre situazioni, 90 milioni non sarebbero forse nemmeno bastati. I nerazzurri se lo portano a casa per 20.

E’ chiaro che la scadenza di contratto del danese ha pesato sulle varie decisioni, ma l’Inter avrebbe potuto prenderlo a giugno accordandosi da febbraio, evitando di spendere questi 20 milioni, che sarebbero forse stati destinati a Vidal. Ma Marotta ha fatto una scelta ponderata, puntando sulla qualità che sulla quantità del cileno. Eriksen è un giocatore a tutto campo, che può fare la mezzala come il regista, oppure uomo di raccordo tra centrocampo e attacco visto che nel Tottenham di Pochettino giocava trequartista con ottimi risultati.

Ora spetta a Conte valorizzare ancora di più questa squadra. Vincere è sempre difficile, ma da questo mercato l’Inter ne esce estremamente rinforzata. E’ obbligatorio provarci senza alibi e senza rimpianti. Conte ha saputo trarre il massimo da un gruppo che fino a ieri giocava con Biraghi e Candreva, ed ora si ritrova con Young e Moses. Con un centrocampo ridotto al lumicino per due mesi e mezzo che ora trova Eriksen. Adesso è il momento di sognare, ma anche di concretizzare i sogni.